La notizia di oggi, riportata da tutti i maggiori giornali (di cui al link di Repubblica qui sotto) riporta l'ennesimo esempio di quella che tecnicamente si definisce "giurisprudenza creativa", ovvero il ruolo in qualche modo sostitutivo che spesso la magistratura (più o meno obtorto collo) si trova a rivestire.
Chiariamo subito che, in linea del tutto teorica, chi scrive è contrario alla giurisprudenza creativa.
Perdonate l'apparente qualunquismo, ma l'esercito dei mille di roma, profumatissimamente pagati e coadiuvati da diversi plotoni di dirigenti, impiegati, professoroni, commissioni, ecc...., dovrebbe essere più che sufficiente per l'emanazione di leggi chiare e soprattutto facilmente applicabili.
Purtroppo, come sappiamo, questo non succede.
L'adozione del figlio del compagno di vita, non essendoci neanche una legge sulle coppie di fatto, è da vedersi neanche col binocolo, ad oggi.
E l'esigenza, nel mondo reale, c'è. Eccome.
E un buon legislatore avrebbe il compito di legiferare al meglio l'esistente, non di moraleggiare o mettersi paraocchi.
Ed allora ecco le nostre Corti ed i nostri Tribunali chiamati a sopperire con botte di fantasia più o meno ben riuscite.
Questa è l'ennesima sentenza innovativa, che produrrà un precedente discutibile (e, ovviamente, tecnicamente smentibile da una sentenza successiva e/o superiore), nella perenne attesa di una pronuncia del legislatore.
Pronuncia che o non arriverà o arriverà talmente traballante e balbettante da creare uguali, se non maggiori, problemi.
O magari ci stupiranno (e, nel caso, sarò il primo a riconoscerlo).
Per quel che attiene la mia soggettiva (e dunque assolutamente opinabile) posizione, la esprimo in sintesi: sì alla legge delle coppie di fatto, sì alla stepchild adoption, no alla giurisprudenza creativa (che capisco, e a volte benedico, ma che continuo a non condividere)
LB
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/12/10/news/giudici_milano_legittima_adozione_di_minore_figlio_di_due_madri-129186845/?refresh_ce
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