Anzitutto, diciamolo con forza: NON è ancora una Legge dello Stato, ma è passata solo al Senato (in un Paese in cui nulla di nulla è certo, non diamo per scontato, per ora, il -comunque più che probabile- passaggio alla Camera).
Ormai il gioco massmediologico è riesumare trombe e tromboni per ogni movimento parlamentare, ma, come sempre, finché non è pubblicata in G.U., semplicemente, è nell'alveo dei "discorsi interessanti" e non in quello del "domani lo facciamo"....
Nella legge, che comunque mi sento di salutare più che positivamente (come le leggi sui figli nati fuori dal matrimonio e sulla negoziazione assistita, leggi che denotano attenzione sia al diritto di famiglia che, semplicemente, alla realtà) troviamo cose piuttosto interessanti, ed ovviamente qualche sensibile dubbio.
Anzitutto è approdato un testo "puzzle" che unisce due progetti di legge (quello tra coppie dello stesso sesso e quello tra le coppie di fatto), con evidente sforzo a non confondere i piani e non creare incompatibilità o anche semplici confusioni normative.
L'opera è riuscita a metà, ma è piuttosto chiara.
qui possiamo leggere il testo della cosiddetta legge Cirinnà, cui rimando per ogni dettaglio (chi avesse dubbi interpretativi, mi chieda tranquillamente....: più che rispondere, cercheremo di ragionarne insieme).....
Per ora mi limito ad analizzare ciò che interessa l'avvocatura.
Pare piuttosto chiaro che in caso di scioglimento dell'unione civile tra persone dello stesso sesso in forma "consensuale", gli avvocati non dovrebbero avere alcun ruolo. Tutto avverrà avanti l'Ufficiale dello stato civile.
In caso di "giudiziale", invece, sono chiari i rinvii alla legge 898/70 sul divorzio (dunque profilandosi, oltre che ovviamente il nostro ruolo obbligatorio, un divorzio diretto potenzialmente discriminante le coppie unite in matrimonio, visti comunque i numerosi rimandi, altrove, alla disciplina del cosiddetto -impropriamente- contratto matrimoniale, così come disciplinato dal codice civile...).
Per quanto attiene le coppie di fatto (non omosessuali) la disciplina è, impropriamente (ma forse neanche tanto....) "contrattuale" (con qualche incertezza sui confini....: l'introduzione, forse anche benedetta, del contratto "all'americana" potrebbe essere dietro l'angolo....?).
Innanzi al Notaio (o all'Avvocato!: si veda art.1 n.51.....non a caso dell'avvocato nessun giornale s'è ricordato.....speriamo che le due meravigliose paroline non saltino davanti alle prevedibili pressioni dei soliti not(a)i...) si faranno i patti di convivenza, con possibili modifiche e scioglimenti in caso di scelta consensuale.
In caso di disaccordo, è prevista una procedura giudiziale "atipica" che rinvia all'obbligo alimentare generale (e non quello derivante dal matrimonio), con criteri propri e interessanti, anche se non privi di qualche dubbio interpretativo....
In conclusione (per ora....: ovviamente ne riparleremo) posso dire di ritenerla una legge del tutto paragonabile alle due citate sopra (figli nati fuori dal matrimonio e negoziazione assistita): una norma nata da intenti nobili, figlia di compromessi (magari non tutti nobilissimi...), scritta non proprio benissimo ma almeno non di preannunciata inapplicabilità. Sicuramente sarebbe stato meglio non prevedere una così ampia facoltà di integrazione con decreti d'attuazione (l'attesa dei quali in Italia è spesso una scusa d'acciaio per fare nulla....).
Salvo, ovviamente, che la Consulta, magari opportunamente scrollata dal torpore e ben suggerita, non faccia saltare tutto o, italianamente, quasi tutto, rendendo la norma inapplicabile.
C'è perversamente da sperare che nel frattempo Renzi sia diventato sufficientemente forte da non dover essere infastidito.....(guardate cosa s'è costretti a sperare............).
Ovviamente, continua.....
LB

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