E' di oggi la notizia che il Parlamento ha iniziato a lavorare su un'ipotesi di introduzione, nel nostro ordinamento, dei patti prematrimoniali, "all'americana".
Terreno, come in maniera corretta osserva il collega Rimini nell'articolo linkato, assolutamente minato.
Minato perché si vanno a toccare diritti indisponibili o quantomeno considerati tali (anche sul punto il discorso sarebbe lungo e complesso)....
Ad oggi vi è solo la notizia, che riportiamo sotto, con l'impegno a leggere il disegno di legge ed a commentarlo, come sempre.
Prioritariamente posso esprimere un giudizio personale -di massima- favorevole, con un'unica certezza: se esiste una legge che è difficilissimo scrivere è sicuramente questa (come avvoltoi, un'esercito di eccezioni di incostituzionalità apparentemente plausibili è già pronto all'aggressione).
Ma, ripeto, di massima e senza avere ancora letto il testo, il poter contrattare prima molti aspetti della vita matrimoniale non è di per sé sbagliato e, se fatto bene, potrebbe limitare (o spostare su terreni più "moderni" e più civili) i contenziosi successivi alla fine del rapporto matrimoniale...
Peraltro, il ventilato passaggio per l'approvazione del Procuratore (in maniera simile alla negoziazione assistita, dunque...) rende il tutto più plausibile e, consentitecelo, lascia supporre che la questione sarà gestita dall'avvocatura e non (o non solo) dal notariato, la cui supposta competenza nel diritto di famiglia è invenzione tanto recente quanto balzana.
Staremo a vedere, leggeremo e, ovviamente, ne parleremo.
l'articolo de La Stampa

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