Si legge di una pronuncia (l'ennesima) relativa all'annosa e forse irrisolvibile questione delle spese straordinarie relative ai figli minori.
Nella sentenza possiamo sottolineare due requisiti di assoluto interesse: l'urgenza e l'obbligo del concordare previamente la spesa.
Sappiamo quanto sia estremamente difficile inquadrare e focalizzare con esattezza il "paletto" della straordinarietà.
Così come sappiamo che il mondo dei padri (normalmente tenuti a conferire l'assegno) propenda per un'interpretazione restrittiva della straordinarietà, mentre le madri, al contrario, propendano per un'interpretazione tanto estensiva da includere nelle divisioni (peraltro spesso non concordate) scontrini da un euro e mezzo (li ho visti, e li conservo..., in studio) per la penna Bic.
La Cassazione, coi giri di danza che le son propri, ha detto tutto ed il contrario di tutto.
La tendenza recente, probabilmente restrittiva per necessità (o disperazione) è data dal considerare straordinarie solo le spese "eccezionali ed imprevedibili" (il che ha dato la possibilità a moltissimi padri di rifiutare la divisione di tutte le spese scolastiche comuni -libri, trasferte, mensa, solo per fare degli esempi...-. Ed il che ha fatto sì che avvocatura e tribunali, in moltissimi Tribunali, abbiano sottoscritto protocolli atti a definire in maniera definitiva e non più opinabile i confini delle spese straordinarie).
Anche nel nostro Foro alessandrino abbiamo redatto un protocollo di questo genere, oggi all'attenzione (e si confida alla firma) della Magistratura.
Ma tornando alla sentenza di cui al link, la novità può essere portata dal requisito dell'urgenza, requisito più che logico in assenza di un accordo sulla spesa: se la parte (normalmente la madre) che deve affrontare la spesa vi procede senza averla concordata e ne chiede la divisione, bene, la stessa spesa deve avere i caratteri dell'urgenza. Il che pare logico e corretto. E nella sentenza in discorso l'urgenza non è stata considerata presente.
Il problema si può porre se il consenso ad una spesa seria come quella del dentista non dovesse arrivare. Ecco...: la soluzione possibile viene dai protocolli (e dalla logica): senza consenso vanno divise le spese ordinate dal medico e relative al minor importo presso la struttura pubblica, e non quelle che non siano avallate dal medico curante o siano relative a strutture private. Ma la questione è assolutamente aperta.
Ovviamente di spese straordinarie si riparlerà (in abbondanza).
LB

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