Sempre estremamente difficile, in pratica, parlare di PAS (sindrome da alienazione parentale).
Secondo una recente sentenza della Cassazione, la PAS non veniva identificata come patologia, e questa è stata presa come scusa, nelle Corti inferiori, per considerarla come se non esistesse.
Scelta di comodo e di pigrizia, probabilmente, e raramente smentita nella pratica: anche nella mia esperienza, avanti ad almeno quattro casi conclamati di PAS (tre ai danni del padre, una della madre) negli ultimi anni, mai siamo riusciti ad avere un provvedimento (anche a seguito di CTU e di indagini di servizi e NPA) che facesse esplicito riferimento all'alienazione parentale (se non di sfuggita e con un sostanziale ed incconcludente "ma sì, forse c'è qualcosa di simile...") e che prendesse le necessarie e conseguenti decisioni (anche gravissime, se necessario: per la PAS, in passato anche da noi e normalmente all'estero, viene disposto l'allontanamento del minore dal genitore alienante....).
Oggi, finalmente, la Cassazione ci ripensa e, in una sentenza (la 6919/2016 che potete leggere qui ), parlando di accertamento dei requisiti dell'alienazione parentale, ne riconosce implicitamente tanto l'esistenza quanto l'importanza, e prevede che debba (!) essere fatta un'indagine per verificarne l'esistenza. Ad oggi e fino a nuova smentita, un'apertura enorme.
Della PAS abbiamo già parlato e parleremo ancora, trattandosi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore: la sofferenza (in percentuale decisamente maggiore) dei padri per atteggiamenti alienanti posti in essere dalle madri e dalle loro famiglie trovo sia uno degli atteggiamenti più violenti che si possano immaginare. Sicuramente più violenti di molti reati pacificamente conclamati, previsti e perseguiti (effettivamente, anche sul fronte penale una norma chiara a riguardo non guasterebbe).
La bigenitorialità non è una parolina bella per un teorema, ma un valore assoluto.

Commenti
Posta un commento