Era evidente, e sconcertante, già dalla prima lettura della legge, ma ora c'è una prima pronuncia (Tribunale di Como 13/01/2016) che, per ovvie ragioni -non foss'altro, anche letterali...- mette la parola fine ad ogni dubbio.
Almeno finché il Legislatore, con l'attenzione e la tempestività che lo contraddistinguono (...) non porrà rimedio.
Un anno e mezzo prima che si parlasse di negoziazione assistita ecco arrivare quella che è forse l'unica legge realmente importante nel diritto di famiglia degli ultimi vent'anni: la riforma della normativa riguardante i figli nati fuori dal matrimonio, con tanto di (imperfetta, ma sufficiente) procedura esperibile avanti il Tribunale Ordinario (Letta fece dunque una legge estremamente sana, usando meno trombe e tromboni rispetto a chi gli è succeduto).
Al momento di mettere mano alla negoziazione assistita (un po' perché giusto un po', come direbbe Carosone, perché vogliamo fa' l'ammerregani), ecco l'agevole dimenticarsi della costituzione, del principio d'uguaglianza ed in specifico della (appena sancita) uguaglianza della prole nata fuori e all'interno del matrimonio.
Ed ecco una bella (insomma...) procedura, agevole e veloce, riservata agli sposati che si possono permettere due avvocati per esperire una procedura che ura un decimo del tempo (medio) rispetto a chi, sposato e non, debba rivolgersi in via consensuale al Tribunale per avere la stessa (stessa!) cosa.
Insomma, ancora una volta i Giudici sono lì a ricordare al Legislatore le sue mille mancanze e distrazioni, non potendo, in questo caso, esercitare alcun tipo di giurisprudenza creativa (non avendo neppure l'appiglio minimo necessario).
Sicuramente, altra materia per la Consulta.

Commenti
Posta un commento