Finalmente una pronuncia oltremodo chiara, la n.19345/16, che richiama pronunce in linea, recentissime (soprattutto del 2015) ma sancisce un principio che merita attenzione e sottolineatura:
la fine dell'assegno si ha anche (e/o viene confermata) anche se la successiva convivenza more uxorio è venuta meno.
E questo è un punto davvero fondamentale. Leggiamo testualmente:
"l'instaurazione di una nuova famiglia, ancorché di fatto, rescindendo ogni connessione con il tenore e il modello di vita caratterizzanti la pregressa fase di convivenza matrimoniale fa venire meno ogni presupposto per la riconoscibilitàdell'assegno divorzile a carico dell'altro coniuge, cosicché il relativo diritto non entra in stato di quiescenza, ma resta definitivamente escluso".
Dunque la Cassazione prende una posizione netta: una nuova vita significa accettare alea e rischi, appunto, di una nuova vita, e l'ex marito non può e non deve rivestire, in eterno, il ruolo del bancomat "alla bisogna".
Sicuramente una decisione che farà discutere e che potrebbe anche essere smentita, anche se la tendenza pare ormai essere (giustamente) univoca....: ma non mettiamo limiti ai "miracoli" che possono fare i concetti di "assistenza" e il cattolicesimo (a mio avviso mal interpretato) latente nelle menti di giudicanti e legislatori....
Per ora prendiamola come una pronuncia giusta e moderna.

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