risarcimento per vizio "psicologico" del coniuge



Appello Bari, 20 Luglio 2017. Est. Emma Manzionna.

Deve essere riconosciuta una congrua indennità, ex art. 129 bis c.c., al coniuge in buona fede allorquando la nullità del matrimonio pronunciata dal giudice ecclesiastico per un vizio concernente la psiche di uno dei coniuge non può essere ritenuta imputabile all’altro coniuge atteso che quest’ultimo al momento del matrimonio era in buona fede

Personalmente ritengo questi terreni perigliosissimi, otlre che, spesso, «campo di gioco» di chi può permetterselo..... 
Concetti di «buona fede» quando si parla di psiche e di errore sulle qualità del contraente, sono spesso terreni «senza paletti», lasciati oltremodo ed oltremisura alla discrezionalità del giudicante e, come dicevo, appannaggio di chi ha mezzi per far valere le proprie supposte ragioni in (plurime) sedi per tempi potenzialmente molto lunghi.
Tradotto: di tutti i clienti avuti in questo (ormai non pochi) anni di professione, non ne ho incontrato alcuno in grado di sopportare le vertenze necessarie a far valere la conclamata follia del parnter e la propria buona fede.

fonte: il caso.it

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