Il tenore di vita per l'assegno divorzile si (ri)fa strada in primo grado



Tribunale Treviso, 14 Ottobre 2017. Est. Barbazza.

Va oggi superato il dogma della natura assistenziale dell’assegno divorzile, affermando che, dopo il divorzio, sopravvive solo l’esigenza di compensare il coniuge debole per i sacrifici fatti a favore della famiglia durante il matrimonio; diviene, perciò, fondamentale perimetrare il concetto di “autosufficienza economica”.
In particolare, deve essere tenuto presente che la struttura familiare si è oggi modificata e si riscontrano sempre più casi nei quali entrambi i coniugi svolgono un’attività lavorativa: dunque riconoscere il diritto all’assegno divorzile basandosi soltanto sul tenore di vita precedente, si risolverebbe in una richiesta a volte ingiustificata da parte dell’ex coniuge, soprattutto guardando all’impoverimento subito dalle parti in seguito al divorzio. Inoltre, occorre equilibrare le fortune economiche dei coniugi rispetto agli sforzi e alle rinunce da ciascuno di essi effettuati a favore della famiglia.
Vi sono due ordini di parametri da utilizzare al fine di comprendere se vi sia autosufficienza economica del coniuge richiedente l’assegno divorzile: da un lato, parametri di natura personale, dall’altro, parametri inerenti la sfera patrimoniale dei coniugi. In ciascuno di tali ambiti rientrano voci di varia natura che dovranno essere valutati dal tribunale complessivamente ed in relazione alla fattispecie concreta in esame.

fonte: il caso.it

Quella che potete leggere qui sopra è la classica posizione che in più Tribunali si sta facendo strada, ovvero un tentativo di «riequilibrare» (in molti casi annullare) quanto previsto da ormai più pronunce di Cassazione (e, ricordiamolo, oggi all'attenzione delle Sezioni Unite). Un po' come dire «ci son ben tante cose da valutare, mica solo quelle tre della Cassazione» (ultra-semplificazione utile per capirsi, ma questo è ben il «succo del nocciolo»)...
Invece, a opinione di chi scrive, proprio i parametri della Cassazione (titolo, lavoro, beni, in sintesi) sono quelli corretti per chiudere definitivamente la «partita» matrimoniale......
Il discorso, come sappiamo, è assolutamente aperto, e ci torneremo senza dubbio, anche a breve.

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