La sentenza, di primo grado e dunque potenzialmente, in alcuni punti soprattutto, modificabile, è interessante nel momento in cui sancisce un principio che, se giunto chiaramente e definitivamente in Cassazione, faciliterebbe non poco la vita ai nostri Studi.
Tutti noi avvocati di famiglia sappiamo quanto spesso capiti che le madri separande non vogliano che i figli pernottino dal padre (mai o) prima di una data età.
Molto spesso è di tutta evidenza, anche durante i colloqui, che alla base di queste richieste non si trovano motivazioni razionali, ma istinti di eccesso di possessività nei confronti della prole o di "vendetta" nei confronti di chi si è reso (più?) responsabile della crisi coniugale, magari con un adulterio.
Bene, il Tribunale di Trieste sancisce il principio che corrisponde all'interesse del minore, stante la non inadeguatezza del papà, trascorrere le notti con lui.
Più originale e discutibile mi appare la pronuncia quando sancisce un esercizio separato della responsabilità genitoriale dei genitori quando hanno con sé il minore, stante l'alta conflittualità tra loro. Il discorso sarebbe lungo, ma, in sintesi, ritengo che un fine "educativo", benché percentualmente non certo prevalente, Giudici quanto Legislatore lo debbano avere.
E assecondare le parti nelle loro "paturnie" parmi segno d'enorme debolezza.
Buona invece quando ribadisce anche il diritto dei nonni (anche se andrebbe fatta una riflessione sulla competenza....), sempre a fronte di quelle che paiono opposizioni non razionali.
QUI l'approfondimento

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