Ecco un'altra pronuncia della Cassazione (si veda il link sotto), che "rinforza" quanto visto l'estate scorsa dalle Sezioni Unite, nella famosa sentenza sul tenore di vita (ovvero quella che si è "rimangiato" il principio precedente, di alcune Sezioni singole, coerente con la normativa sul divorzio).
Il principio, sottile, potrebbe sembrare (con qualche buona ragione) un sofisma all'italiana: non si bada al tenore di vita (altrimenti, semplicemente, si smentirebbe la lettera della normativa sul divorzio....) ma si ha riguardo alla "funzione equilibratrice" dell'assegno divorzile, alla luce del "ruolo e contributo fornito dal coniuge più debole", nell'ottica, sempre, di una funzione "assistenziale".
Può sembrare la stessa cosa detta con altre parole, ed a modesto avviso di chi scrive (viziato da una visione semplice e non "bizantina" delle cose....), la è.
Straordinaria è la capacità, dei nostri supremi giuristi romani, di raggiungere lo scopo che vogliono, spesso ignorando l'intenzione del legislatore (il Parlamento, povero lui..., sarebbe ancora sovrano), con superbi giri di parole e contorsioni di ragionamenti (di questa abilità, come di alcuni splendidi furti con destrezza, va dato atto con una certa perversa ammirazione)....
Quindi, tant'è....a clienti e colleghi diciamo: attenzione, l'assegno per il coniuge più debole c'è, ed è pur sempre una minaccia/speranza (a seconda del punto visuale), e le "vecchie" sentenze sul tenore di vita sono da intendersi, a questo punto e salvo novità legislative o giurisprudenziali, totalmente smentite.
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