Cassazione contro i bamboccioni: finito di studiare dovete cercarvi un lavoro

La Cassazione torna su un principio già confermato più volte, ma lo fa in maniera, diciamo....più assertiva.... O, qualcuno direbbe, più "paternalistica". Insomma, una sorta di "cazziatone" che proviene dalle più alte sfere del diritto applicato.

Ed è un bene che sia così.

Conosciamo benissimo la tendenza, tutta italica, a "campeggiare" in tutta serenità a casa di mamme che cucinano e papà che pagano le bollette, fino agli "anta" ed anche più. E sappiamo quale folle protezione il diritto desse, fino a qualche annetto fa, a cotanti paladini del lavoro.

Sappiamo anche, però, che al giorno d'oggi il reperimento di un lavoro non è proprio una cosa facile, né immediata.

Ciò nonostante, leggere alcune frasi tipo quelle che seguono, dà piacere e speranza per l'affacciarsi di un diritto più moderno e "occidentale" (nel senso, ovviamente, buono).....

"Si deve passare dal concetto di diritto ad ogni possibile diritto al concetto di dovere".

"Non si può pretendere che a qualsiasi lavoro si adatti, in vece sua" (del figlio, ovviamente) "solo il genitore".

E' necessario "ridurre le proprie ambizioni adolescenziali"....

In ultimo si sancisce chiaramente il già noto principio di perdita di diritto all'assegno di mantenimento una volta reperito un lavoro (e poi ovviamente avendolo perduto: in pratica, l'assegno di mantenimento non "resuscita" e puoi agire solo tu, maggiorenne, per gli alimenti...."guerra" certamente non facile), nonché si parla, per la prima volta, di "abuso di diritto" per chi non si attiva per trovare un lavoro, anche a danno di chi allunga i tempi dello studio dopo la maggiore età (il riferimento ai fuoricorso cronici pare evidente).

Insomma, musica per le orecchie di chi si ostina a non smettere di sognare un Paese diverso. Va ripetuto: con tutte le difficoltà dell'epoca, che tutti conosciamo.


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