Il caso è dei più noti: per motivi legati alle proprie convinzioni religiose, i genitori rifiutano il consenso alla trasfusione di sangue necessaria al figlio minorenne (nella fattispecie, una bambina di dieci mesi).
Il Tribunale per i minorenni di Milano è tranciante: la responsabilità genitoriale va limitata, con esclusivo riferimento alla scelta sanitaria, al fine di consentire le cure mediche.
La Corte di Appello di Milano, con una decisione innovativa, destinata a far discutere e potenzialmente a creare un precedente importante, revoca il decreto del Tribunale per i minorenni, ritenendolo non competente.
Il rifiuto dei genitori a che la figlia venga sottoposta a un determinato trattamento sanitario non è sufficiente, di per sé solo, a fondare un giudizio di limitazione della responsabilità genitoriale, dal momento che l’ordinamento già disciplina espressamente questa eventualità.
A parere della Corte, si ricade completamente nell’ambito di applicazione della L. 219/2017 sulle disposizioni anticipate di trattamento (cd. DAT). Tale normativa, spesso considerata come una sorta di legge sul “testamento biologico”, in realtà contiene tutta una prima parte dedicata al consenso informato e al consenso/rifiuto dei trattamenti terapeutici.
In particolare, dovrà applicarsi l’art. 3 comma 5 della L. 219/2017, che disciplina il caso specifico di un trattamento ritenuto necessario dal medico, ma rifiutato dal rappresentante legale del minorenne.
La decisione, a norma dell’art.3, dovrà essere rimessa al Giudice Tutelare, e non al Tribunale per i minorenni.
La Corte di Appello, dunque, ritiene prevalente l’applicazione delle norme in materia di trattamenti sanitari rispetto a quelle generali in materia di responsabilità genitoriale.
La decisione è di grande rilievo, specialmente nel caso in cui trovasse applicazione analogica non solo per il caso delle trasfusioni di sangue, ma anche per il rifiuto di sottoporre un minore alle vaccinazioni obbligatorie (tema quanto mai “caldo” negli ultimi anni).
Il quesito è destinato a riproporsi con prepotenza, anche in considerazione dello (speriamo) imminente rilascio del vaccino contro il Covid-19.
fonte e approfondimento

Commenti
Posta un commento