La Cassazione entra, tranciante, in una questione che è, in realtà, più che complessa.
Freddamente si ribadisce che la violazione del "contratto" matrimoniale, ergo dell'obbligo di coabitazione, sussiste anche se "romanticamente" motivata da un nuovo amore.
Sulla "fine dell'amore" come ragione per "rescindere" il "contratto" matrimoniale si sono spese molte parole, e devo confessare di averlo anche usato più volte (con alterne fortune) come argomento d'udienza. Spiazzante in sé. Se ci pensate, cosa ci si può fare? Come si può contrastare? E' realmente corretto che sia un comportamento (sentimento, attitudine, incontrollabile pulsione) realmente "punibile"?
La Cassazione, messo da parte ogni romanticismo, ci ribadisce che quanto previsto dal codice civile va rispettato. E probabilmente ha formalmente ragione.
Ma qualcosa stride, e -credo- lo sentiamo tutti

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