Patti prematrimoniali: dietro i titoloni, nulla di nuovo


 
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 20415 del 21 luglio 2025, ha affrontato nuovamente la delicata questione dei patti prematrimoniali.

L'ordinanza si limita a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla validità dei patti prematrimoniali, ribadendo che tali accordi sono ammessi purché rispettino i principi di trasparenza e rispettino l'ordine pubblico, ma senza offrire nuovi criteri di valutazione o linee guida normative. Nel caso di specie si trattava della restituzione di danaro da un coniuge all’altro in caso di separazione. E’ di tutta evidenza che i “patti prematrimoniali “all’americana”, come pensati nell’immaginario collettivo, sono ben altra cosa, peraltro lontanissima dalla nostra concezione giuridica.
La decisione si inserisce in un filone giurisprudenziale consolidato, confermando la possibilità di stipulare tali patti, senza approfondire criticità come la forma, la pubblicità o la tutela dei soggetti più deboli coinvolti.
Il problema centrale rimane invariato: l'assenza di una normativa organica che disciplini dettagliatamente i patti prematrimoniali. Ciò comporta incertezze interpretative e applicative, rischi di disparità e difformità di trattamento, e una tutela non sempre efficace dei diritti e degli interessi dei coniugi e dei figli. Trattasi di terreno difficile e delicato, ove trovare una via di mezzo tra una possibilità limitata come quella attuale e la totale (e pericolosa, almeno stando alle nostre tradizioni) liberalizzazione è pressoché impossibile…..
Pertanto, sarebbe auspicabile un intervento legislativo che disciplini in modo chiaro e uniforme l'istituto, definendo requisiti, forme e limiti di validità, al fine di garantire certezza, tutela e parità tra le parti. Solo una legge potrà fornire regole condivise e arginare le incertezze interpretative che, nonostante le pronunce giurisprudenziali, rimangono, ovviamente, un ostacolo (il solito…) alla certezza del diritto.
In conclusione, benché l'ordinanza n. 20415 del 2025 rappresenti un importante punto di chiarimento, e preso ancora una volta atto del fatto che trovare titoli sensazionalistici è sport nazionale in cui s’eccelle non poco….,  la stessa si inserisce in un quadro che richiederebbe con urgenza un intervento   normativo organico, a tutela di una disciplina più stabile e individuabile. 
La sensazione (forse più una certezza) è che l’auspicabile intervento normativo andrà a “tenere compagnia” alle leggi sul fine vita, sullo jus soli, sull’anticorruzione, su una vera trasparenza negli appalti, sull’immigrazione / integrazione (e potremmo andare avanti all’infinito), con buona pace della modernizzazione di questo povero e splendido Paese.

LB

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